Un tempo, specie negli anni 70, era facile imbattersi in copertine che offrissero sulla propria facciata stampe o particolari a rilievo che alterassero la superficie della carta; in seguito con la diffusione del compact disc come supporto principale del mercato discografico, questa pratica è andata sempre più esaurendosi salvo rari casi che, per ovvie ragioni, si sono ritagliate uno spazio speciale nella memoria degli appassionati. Questi casi si riferiscono soprattutto ad edizioni limitate, cofanetti, digipack e custodie cartonate, ecco perchè l'album del quale parliamo oggi, con la sua classica confezione in plastica, merita una menzione speciale.

La grande diffusione dell’informatica e di internet in quei primi anni del 2000 ha reso il computer uno dei mezzi più sfruttati per la diffusione e la promozione di un disco o di una band! Su internet infatti ogni artista ha un proprio sito web e vista la facile accessibilità a questi servizi, anche un gruppo emergente o un semplice amatore può (aprendo un suo sito) promuoversi attraverso internet e ottenere una discreta visibilità. Prova di quanto successo abbia avuto questa pratica, sono le tantissime webzine disseminate nella rete, giornali di musica non acquistabili nelle edicole ma consultabili online che hanno la possibilità (spesso in maniera del tutto gratuita) proporre ogni giorno le novità discografiche e permettere a un utente di leggere ogni qual volta vuole un vecchio numero della propria rivista preferita. In seguito a quei primi passi, nacquero anche le web-radio, vere stazioni radiofoniche che sfruttano le linee dell’etere per trasmettere i propri programmi musicali. Anche questo servizio è di facile attivazione e a costi ridotti, cosa che sottolinea la possibilità (con internet) di poter fare/promuovere/trasmettere musica in maniera indipendente trasformando le web-radio in una sorta di radio libere del nuovo millennio.
Il rapporto di internet con la musica divenne paradossalmente molto più saldo con la nascita di programmi peer to peer (p2p) come Napster, WinMX o E-mule. Questi programmi di scambio dati tra utenti di tutto il mondo, hanno prodotto due esiti molto diversi. Se infatti da un lato lo scambio e la diffusione di musica a livello mondiale ha prodotto una maggiore promozione e conoscenza delle diverse realtà musicali altrimenti sconosciute, dall'altro lato ha aumentato la diffusione della pirateria informatica, in quanto lo scambio selvaggio di materiale musicale (e non solo) ha di fatto messo in crisi il mercato discografico abbattendo in maniera significativa i numeri legati alla vendita di supporti fisici musicali.
Dopo un decennio di diffusione del web, lotta alla pirateria e regolamentazione della rete, internet si è trasformata oggi nel primo luogo di promozione e vendita di musica grazie a negozi online, community visive come Youtube o applicazioni come Itunes che sono, oggi, indice di gradimento musicale (e non solo) che produce classifiche più monitorate (mediaticamente parlando) rispetto ai dati di vendita dei normali negozi. Nell'ultimo biennio si è anche affermata la pratica del crowdfunding che permette agli artisti di produrre un proprio album o un tour, attraverso la raccolta online di sovvenzioni dirette da parte dei propri sostenitori, denotando come le attenzioni si siano ormai rivolte in ampia parte sul web, segno di un nuovo modo/mondo di intendere la diffusione musicale in maniera più libera, più immediata, variegata e alla portata ormai di tutti.
© Andrea Buongiorno - info@buong.it
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