sabato 31 ottobre 2015

QUEEN "BOHEMIAN RHAPSODY" (1975)

Quella di oggi non è una data qualunque. 40 anni fa infatti, faceva capolino nella storia della musica uno dei brani più famosi dei Queen "Bohemian Rhapsody": un exploit clamoroso che vendette fino al Gennaio del 1976 più di 1 milione di copie (nonostante un'iniziale difficoltà a diffondere il pezzo via radio in virtù dei suoi 6 minuti di durata). Il brano, che sarebbe inutile per me descrivervi in quanto sullo stesso è già stato detto di tutto e di più, colpì non solo per la sua qualità tecnica capace di imperversare dalla ballata all'opera, passando per l'hard rock con accorgimenti psichedelici, ma anche per il celebre video che lo accompagnò a partire dalla primissima messa in onda e che erroneamente viene ritenuto il primo videoclip a scopo pubblicitario mai realizzato: in realtà qualcosa di simile era già stato realizzato dai Beatles, dagli ABBA e dal nostro Lucio Battisti ma è con "Bohemian Rhapsody" che il videoclip inteso come veicolo di promozione pubblicitaria ottiene il primo grande riscontro a livello commerciale.

Come detto il video è molto famoso (potete gustarvelo al termine del post) e gli effetti psichedelici di cui è ricco furono anch'essi girati in presa diretta con accorgimenti rudimentali per i nostri tempi ma dall'esito innovativo per l'epoca. La maggior parte delle riprese focalizzano sulla band che rifà il verso al celebre scatto di Mick Rock già utilizzato per la copertina dell'album "Queen II" del 1974 (scatto che a sua volta, come potete vedere a fianco, prendeva spunto dalla celebre fotografia di Marlene Dietrich firmata da Horst Paul Albert Bohrmann). Una curiosità è legata alla chiusura del disco, quando Rober Taylor suona il gong che di fatto chiude il brano: si tratta di un'allusione al logo della nota società di produzione cinematografica britannica Rank Organisation (clicca qui per visionarlo) che vedeva proprio un uomo nudo suonare il gong.

Naturalmente come ben sapete questo blog parla principalmente di copertine di dischi piuttosto che di videoclip ma riguardo il prodotto in sé, ci furono con le varie edizioni diverse copertine legate a questo singolo che presentava sul lato B il brano "I'm in love with my car". In alto a sinistra vedete la stampa italiana del singolo, con lo scatto già citato di Mick Rock; in Inghilterra invece la "first release" uscì con la cover che vedete a fianco. Un'immagine certamente più elegante e non solo per la composizione della fotografia della band virata verso tonalità desaturate ma anche per l'uso di caratteri di scrittura corsivi della famiglia "English" che verranno in seguito utilizzati anche per l'LP "A Night at the opera" che conterrà sia "Bohemian Rhapsody" che "I'm in love with my car".

Nonostante il passare del tempo e le 40 primavere, la "Rapsodia Boema" continua ad affascinare, a coinvolgere ed emozionare con medesima intensità, risultando oggi come allora un brano innovativo e perfetto biglietto da visita di una delle più grandi rock band di tutti i tempi.


© Andrea Buongiorno - info@buong.it

mercoledì 28 ottobre 2015

DANIELE SILVESTRI "MONETINE" (2008)

Anche per l'eclettico cantautore romano giunse nel 2008 un riepilogo della propria carriera artistica iniziata a metà anni novanta e proseguita per grandi successi radiofonici come "Salirò" e "Gino e l'alfetta". Il disco, intitolato "Monetine" è un elegante doppio album ottimamente curato graficamente in una confezione cartonata che trova nella copertina la maggiore espressione creativa. Prendendo spunto dal titolo della raccolta, su un fondo rosso, si poggiano decine e decine di piccole monete che vanno a disegnare con le loro diverse tonalità il primo piano di Daniele Silvestri. L'effetto è molto gradevole e interessante, anche perchè se la cover viene vista da vicino (meglio con aiutandosi con una lente), è leggibile la grafia di ogni singola moneta mentre, come detto, osservando la grafica da lontano su uno scaffale di un negozio di dischi, il viso di Silvestri è subito riconoscibile. Idea molto interessante e molto ben sviluppata. Interessanti sono anche i contenuti grafici interni con il retro della confezione (che mostra un tappeto orientale su cui sono inseriti i titoli dei diversi brani) e sopratutto con i due dischi sui quali compare un primo piano a "timbro" del cantautore e una illustrazione chiaramente ispirata al fabbro che una volta era impresso sulle cento lire ma che mostra in volto le fattezze di Daniele Silvestri. "Monetine" al di là dell'essere una raccolta di successi musicali (e già per questo importante come prodotto discografico), si propone ottimamente anche per i suoi contenuti creativi legati alla grafica: idee semplici ma messe splendidamente in pratica dal creativo Paolo De Francesco della MoltiMedia.


© Andrea Buongiorno - info@buong.it

martedì 27 ottobre 2015

SOON "SPIRALE" (1997)

Band milanese capitanata dalla voce di Odette Di Maio, i Soon trovarono un discreto successo commerciale a metà degli anni novanta, partecipando anche alla compilation di "Rock Targato Italia" nel 1998 con il brano "Gloria Suona" contenuto in questo album curato graficamente dallo Studio ProDesign Sergio Pappalettera di Milano (famosissimo studio creativo che ha firmato copertine per tantissimi altri artisti come Jovanotti, 883, De Andrè, Carboni, De Gregori, ecc...) con le elaborazioni di Ilaria Pella e le fotografie di Giovanni Canitano. Il titolo del disco "Spirale" ispira una serie di scatti e grafiche vorticose e psichedeliche che si infrangono nella variopinta immagine di copertina (cosa c'è di più vorticoso di una scala a chiocciola?) e nelle pagine in bianco e nero del booklet nel quale geometrie rotonde e sfumate accolgono i testi e le foto dei componenti della band, sempre ritagliate in perimetri elicoidali e sinuosi. La stessa grafica serigrafata sul dischetto riproduce una spirale sfocata e irregolare, perimetrata da un effetto a pallini caro alla grafica degli anni settanta. Curiosa è la custodia del cd che è sì nella classica composizione in plastica ma colorata di un riposante azzurro tenue.


Concludo questo breve articoletto con l'ascolto del brano "Settimane", forse il pezzo più noto dei Soon, contenuto nel disco "Scintille" (1996). Nonostante il loro fosse un mix di pop e rock orecchiabile ed energico, la parabola dei Soon fu breve visto che la band si sciolse con all'attivo solo due dischi e una manciata di brani inediti suonati durante l'ultimo tour del 1999.

Ai Soon è dedicata una pagina Facebook: www.facebook.com/SOON


© Andrea Buongiorno - info@buong.it

lunedì 26 ottobre 2015

BECK "SEA CHANGE" (2002)

Oggi parliamo di un personaggio camaleontico della scena alternativa internazionale che risponde al nome di Beck. Il cantautore americano (all'anagrafe Beck Hansen) pubblicò nel 2002 il suo capolavoro "Sea Change", a mio modesto parere il miglior disco uscito quell'anno nel mercato musicale. Beck è un personaggio che ha sempre cercato di rendere originali non solo le proprie composizioni ma anche le copertine dei propri dischi, strizzando sempre l'occhio verso una certa estetica vintage. Non deve quindi stupire se con "Sea Change", ci si imbatté in un esperimento già tentato in passato di immettere sul mercato un disco con diverse versioni della copertina, stuzzicando la golosità dei fan e dei collezionisti discografici. L'album infatti comparve sugli scaffali dei negozi di dischi in ben quattro versioni differenti; a sinistra ho deciso di porre la versione da me posseduta mentre in basso trovate le altre tre copertina e come potete notare, benchè seguano il medesimo indirizzo cromatico-pittorico, sono tre copertine dalla personalità molto diversa (a nota di cronaca devo dire che la versione più diffusa fu la variante in basso a destra mentre la più rara da reperire fu quella in basso a sinistra). L'artwork di "Sea Change" porta la firma di Jeremy Blake mentre in fase di design e direzione creativa le firme sono di Kevin Reagan e dello stesso Beck che studiarono un booklet interno allestito con diversi scenari grafici figli dei virtuosismi creativi presenti in copertina. Curiosamente metà del booklet fu invece stampato interamente argentato con il lungo elenco di credits, testi e titoli dei brani. Con la qualità elevata delle canzoni e la ricercatezza della sua multi-copertina, "Sea Change" si è ritagliato di diritto un posto tra i dischi consigliati per ogni amante della buona musica e della copertinistica più sfiziosa.


© Andrea Buongiorno - info@buong.it

sabato 24 ottobre 2015

BODY COUNT "BODY COUNT" (1992)


Forse molti di voi conoscono l'attore Ice T (pseudonimo di Tracy Marrow) per aver preso parte non solo a diversi film d'azione ma soprattutto per aver interpretato il detective "Fin" Tutuola nella fortunata serie TV "Law & Order: unità vittime speciali". Forse non tutti voi sapete che in realtà ICE T ha alle spalle una navigata carriera come artista rapper iniziata negli anni 80 ed esplosa a livello internazionale negli anni 90 dopo aver composto il brano "Body Count", primo esperimento di rap-metal che ebbe tale successo da convincere Ice T a creare una crew interamente composta da musicisti di colore (i Body Count appunto) e incidere un intero album di rap-metal senza non poche grane legate alla censura (dall'artista sempre combattuta attraverso testi sagaci e taglienti). La copertina di cui vi parlo oggi è proprio quella dell'esordio dei Body Count, un esordio col botto visto che l'album negli USA (ma non solo) godette di un grandissimo successo anticipando (insieme ad altri esperimenti firmati da Aerosmith e Anthrax) l'imminente nascita e diffusione della scena cross-over e nu-metal. A ogni modo, al successo del disco, contribuì anche la critica nordamericana che finì per censurare il brano di chiusura del disco "Cop Killer" (letteralmente "ammazza sbirri") di cui potete vedere il video in fondo al post e che racconta con violenta crudezza una rappresaglia vissuta dal punto di vista di un afro-americano che uccide un ufficiale della polizia di Los Angeles (cosa che scatenò le ire della NRA e degli attivisti pro forze dell'ordine). Dapprima l'etichetta discografica difese il suo artista, salvo poi appellarsi alla copertina del disco chiedendone una modifica che Ice T rifiutò: di fatto si arrivò alla rottura del contratto. Il nocciolo della questione era che la cover, firmata da Dave Halili, mostrava sul petto del personaggio ritratto un tatuaggio che riportava la scritta "cop killer".

Il disco, dopo un primo lancio sul mercato, venne di fatto ritirato e la copertina modificata prima di tornare sugli scaffali dei negozi con la scritta modificata in "body count". Inutile dire che i fortunati possessori della primissima versione (che vedete a lato nella versione in vinile in una foto reperita dal web
) dispongono non solo di una rarità ma anche di un disco fondamentale nel passaggio creativo che portò la musica estrema verso la contaminazione.

Chiudo il post con una curiosità: Ice T oltre a una corposa attività come difensore dei diritti di espressione artistica avversa alla censura, nel 1999 pubblicò l'album "7th Deadly Sin" che fu uno dei primi album della storia disponibili in formato mp3 prima dell'uscita nei negozi, anticipando di molti anni ciò che in seguito I-tunes ha reso "normalità".


© Andrea Buongiorno - info@buong.it

sabato 10 ottobre 2015

C.F.F. ... un grande ritorno con "Canti Notturni".

Chi mi conosce e segue sin da quando misi per la prima volta piede in rete, sa che in passato ho scritto per anni recensioni legate alla scena emergente italiana per diverse webzines. Di tutti gli artisti dei quali ho scritto, sicuramente quella al quale sono più legato è la band dei CFF e il Nomade Venerabile che una decina di anni fa, con il loro EP d'esordio "Ghiaccio" mi rapirono totalmente (cliccando QUI trovate nel mio vecchio sito, il mio articolo).

Oggi la band non può assolutamente più definirsi "emergente" (sempre che lo sia mai stata) e si presenta con una variazione importante nell'assetto (gli elementi sono diventati tre) e nel nome (ridotto al solo C.F.F.) per il nuovo disco "Canti notturni" che esce nei negozi di dischi il 15 Ottobre 2015. Visto l'affetto che mi lega a loro, vi lascio con piacere a seguire alcuni estratti del comunicato stampa ufficiale, invitandovi anche a vedere/ascoltare il primo singolo estratto dall'album "Come fiori" che trovate in fondo al post.

[...] Il 15 ottobre 2015 pubblicano il primo album “Canti notturni” (Maxsound Records / Audioglobe / Believe Digital), anticipato dal videoclip “Come fiori” realizzato dalla Vertigo Imaging di Enzo Piglionica, che cura anche foto e grafica del progetto. Le canzoni contenute in questo lavoro sono nate all’interno di una sala prove domestica, costruita con materiali di riciclo e di scarto e arricchita degli oggetti di scena (come i guantoni da boxe, il manichino o le luci neon blu) che per anni hanno riempito il furgone con cui i C.F.F. e il Nomade Venerabile hanno macinato migliaia di chilometri.

La scelta del titolo “Canti notturni” discende dalla centralità che le mille suggestioni provocate dalla notte rivestono nelle liriche e nelle atmosfere musicali dell’album, in bilico tra elettro-acustica e rock d’autore. La notte è il posto delle storie dimenticate, come quella del pugile sinti Rukelie, raccontata nel brano “Come fiori”; è il momento in cui i ricordi più intensi tornano a trovarci, come quelli illuminati dal sorriso di Livia Mezzapesa, giornalista musicale impegnata in tante battaglie sociali a cui è dedicata “Forse – in memoria di Livia Mezzapesa”; di notte ogni cosa si rivela e rivela ciò che si è veramente, in uno spazio-tempo liberato in cui riconciliarsi anche con le proprie ombre, le parole non dette, le scene incompiute, i sentimenti impigliati tra le parole dei testi di più d’una delle canzoni contenute in “Canti notturni”. La notte è soprattutto il luogo dove riprendono vigore i sogni, che dei C.F.F. sono da sempre motore ed orizzonte.

La produzione artistica di “Canti notturni” è curata da Max Caròla, già al lavoro con Enzo Avitabile, Franco Battiato, Chick Corea, Aerosmith, Roxette, Inxs... nel suo girovagare tra Londra, Parigi, Amsterdam, Napoli e Berlino. In alcune canzoni di “Canti notturni” inoltre ci sono le collaborazioni di Roberto Angelini, Paolo Archetti Maestri (autore del brano “Stelle nere”) e Fabio Martino (Yo Yo Mundi) e di numerosi artisti pugliesi (alla luce della considerazione che la forza del territorio possa esprimersi solo attraverso sane collaborazioni): Francesco “De Veggent” Fiorente (ex membro dei RedSka), Salvatore Piccione e Mimmo Frioli (Karma in Auge), Gualberto Giandomenico (Railway & Dogs) e Nicola Liuzzi (batterista e fondatore con Vanni La Guardia dei C.F.F. e il Nomade Venerabile).

“Canti notturni” è prodotto con il sostegno di “PUGLIA SOUNDS RECORD 2015” “REGIONE PUGLIA – FSC 2007/2013 – Investiamo nel vostro futuro” e con i preziosi contributi di “Palazzo Romano Eventi” di Gioia del Colle e dei raisers che hanno meravigliosamente partecipato alla campagna di crowdfunding (LINK).

lunedì 5 ottobre 2015

BABYLON ZOO "KING KONG GROOVER" (1998)


Torno a parlare di fumetto in ambito musicale e lo faccio con "King Kong Groover" dei Babylon Zoo. Questo secondo disco un pò sottovalutato dalla critica nostrana, resta comunque la miglior prova in studio della band britannica capitanata da Jas Mann. La nomea di "gruppo spaziale" ricamato dopo il successo precedente di "Space man" bagna la grafica esterna del packaging di un accattivante color argento (un accorgimento che porta alla mente le tute aliene dei vecchi telefilm di fantascienza) sulla quale si ritagliano, in copertina, poche lettere (nome band e titolo album) e il sintetico logo ideato dalla Electric Arts. La semplicità della confezione racchiude però un booklet molto movimentato con la colorata storia a fumetti realizzata da David Bircham e nella quale compare anche un eccentrico chitarrista dalle fattezze del vocalist della band. Il fumetto è un chiaro riferimento al video del singolo di lancio del disco, quella "All the money's gone" che sposa al suo ritmo sfrenato un eccentrico e dinamico videoclip realizzato in animazione (che potete vedere a seguire). Dopo le sei pagine a fumetti, il libretto chiude con pagine argentate sulle quali sono impressi i testi dei brani e i credits del disco. Nota di colore per il cd, di un azzurro accesso in sintonia con il logo presente in copertina.


© Andrea Buongiorno - info@buong.it

giovedì 1 ottobre 2015

P.G.R. "Per grazia ricevuta" (2002) e i primi passi di internet nel mondo musicale

Un tempo, specie negli anni 70, era facile imbattersi in copertine che offrissero sulla propria facciata stampe o particolari a rilievo che alterassero la superficie della carta; in seguito con la diffusione del compact disc come supporto principale del mercato discografico, questa pratica è andata sempre più esaurendosi salvo rari casi che, per ovvie ragioni, si sono ritagliate uno spazio speciale nella memoria degli appassionati. Questi casi si riferiscono soprattutto ad edizioni limitate, cofanetti, digipack e custodie cartonate, ecco perchè l'album del quale parliamo oggi, con la sua classica confezione in plastica, merita una menzione speciale.

Parliamo del disco di "esordio" dei P.G.R. (ex C.S.I.) la cui grafica, firmata da Michel Collet, ha la grande particolarità di non disporre di un booklet cartaceo ma multimediale sfruttando un momento storico nel quale i personal computer e internet andavano diffondendosi sempre più rapidamente negli uffici e nelle case private. Era curioso notare, sugli scaffali di un negozio di dischi, questa custodia nuda in plastica, con la sola presenza del retro-confezione cartaceo (che riportava internamente i credits dell'album ed esternamente i titoli dei brani) con una minimale grafica di copertina stampata direttamente sull'anta in plastica della custodia, mostrando di fatto lo scheletro del packaging con il vano ad accogliere il cd. Il booklet come detto non c'era fisicamente ma venne inserito come traccia multimediale all'interno del disco, rendendone possibile la consultazione al computer e rivelando una linea grafica ben diversa da quanto la scarna copertina lasci intendere: i files infatti rivelano creatività molto futuristiche con immagini create in computergrafica e non sempre ispirate ai contenuti dei testi. L’inserimento della traccia-rom in un CD divenne da lì a poco, grazie alla diffusione dei computer e del web, una pratica molto in voga nella discografia, solitamente sfruttata per proporre interviste e video-clip o note tecniche sull’album, rivoluzionando di fatto il prodotto musicale stesso e arricchendolo di nuovi contenuti. Nel caso di questo disco poi, l'elettronica e i computer giocarono un ruolo fondamentale anche per le sonorità espresse in fase di ascolto.


La grande diffusione dell’informatica e di internet in quei primi anni del 2000 ha reso il computer uno dei mezzi più sfruttati per la diffusione e la promozione di un disco o di una band! Su internet infatti ogni artista ha un proprio sito web e vista la facile accessibilità a questi servizi, anche un gruppo emergente o un semplice amatore può (aprendo un suo sito) promuoversi attraverso internet e ottenere una discreta visibilità. Prova di quanto successo abbia avuto questa pratica, sono le tantissime webzine disseminate nella rete, giornali di musica non acquistabili nelle edicole ma consultabili online che hanno la possibilità (spesso in maniera del tutto gratuita) proporre ogni giorno le novità discografiche e permettere a un utente di leggere ogni qual volta vuole un vecchio numero della propria rivista preferita. In seguito a quei primi passi, nacquero anche le web-radio, vere stazioni radiofoniche che sfruttano le linee dell’etere per trasmettere i propri programmi musicali. Anche questo servizio è di facile attivazione e a costi ridotti, cosa che sottolinea la possibilità (con internet) di poter fare/promuovere/trasmettere musica in maniera indipendente trasformando le web-radio in una sorta di radio libere del nuovo millennio.

Il rapporto di internet con la musica divenne paradossalmente molto più saldo con la nascita di programmi peer to peer (p2p) come Napster, WinMX o E-mule. Questi programmi di scambio dati tra utenti di tutto il mondo, hanno prodotto due esiti molto diversi. Se infatti da un lato lo scambio e la diffusione di musica a livello mondiale ha prodotto una maggiore promozione e conoscenza delle diverse realtà musicali altrimenti sconosciute, dall'altro lato ha aumentato la diffusione della pirateria informatica, in quanto lo scambio selvaggio di materiale musicale (e non solo) ha di fatto messo in crisi il mercato discografico abbattendo in maniera significativa i numeri legati alla vendita di supporti fisici musicali.

Dopo un decennio di diffusione del web, lotta alla pirateria e regolamentazione della rete, internet si è trasformata oggi nel primo luogo di promozione e vendita di musica grazie a negozi online, community visive come Youtube o applicazioni come Itunes che sono, oggi, indice di gradimento musicale (e non solo) che produce classifiche più monitorate (mediaticamente parlando) rispetto ai dati di vendita dei normali negozi. Nell'ultimo biennio si è anche affermata la pratica del crowdfunding che permette agli artisti di produrre un proprio album o un tour, attraverso la raccolta online di sovvenzioni dirette da parte dei propri sostenitori, denotando come le attenzioni si siano ormai rivolte in ampia parte sul web, segno di un nuovo modo/mondo di intendere la diffusione musicale in maniera più libera, più immediata, variegata e alla portata ormai di tutti.

© Andrea Buongiorno - info@buong.it