sabato 24 ottobre 2015

BODY COUNT "BODY COUNT" (1992)


Forse molti di voi conoscono l'attore Ice T (pseudonimo di Tracy Marrow) per aver preso parte non solo a diversi film d'azione ma soprattutto per aver interpretato il detective "Fin" Tutuola nella fortunata serie TV "Law & Order: unità vittime speciali". Forse non tutti voi sapete che in realtà ICE T ha alle spalle una navigata carriera come artista rapper iniziata negli anni 80 ed esplosa a livello internazionale negli anni 90 dopo aver composto il brano "Body Count", primo esperimento di rap-metal che ebbe tale successo da convincere Ice T a creare una crew interamente composta da musicisti di colore (i Body Count appunto) e incidere un intero album di rap-metal senza non poche grane legate alla censura (dall'artista sempre combattuta attraverso testi sagaci e taglienti). La copertina di cui vi parlo oggi è proprio quella dell'esordio dei Body Count, un esordio col botto visto che l'album negli USA (ma non solo) godette di un grandissimo successo anticipando (insieme ad altri esperimenti firmati da Aerosmith e Anthrax) l'imminente nascita e diffusione della scena cross-over e nu-metal. A ogni modo, al successo del disco, contribuì anche la critica nordamericana che finì per censurare il brano di chiusura del disco "Cop Killer" (letteralmente "ammazza sbirri") di cui potete vedere il video in fondo al post e che racconta con violenta crudezza una rappresaglia vissuta dal punto di vista di un afro-americano che uccide un ufficiale della polizia di Los Angeles (cosa che scatenò le ire della NRA e degli attivisti pro forze dell'ordine). Dapprima l'etichetta discografica difese il suo artista, salvo poi appellarsi alla copertina del disco chiedendone una modifica che Ice T rifiutò: di fatto si arrivò alla rottura del contratto. Il nocciolo della questione era che la cover, firmata da Dave Halili, mostrava sul petto del personaggio ritratto un tatuaggio che riportava la scritta "cop killer".

Il disco, dopo un primo lancio sul mercato, venne di fatto ritirato e la copertina modificata prima di tornare sugli scaffali dei negozi con la scritta modificata in "body count". Inutile dire che i fortunati possessori della primissima versione (che vedete a lato nella versione in vinile in una foto reperita dal web
) dispongono non solo di una rarità ma anche di un disco fondamentale nel passaggio creativo che portò la musica estrema verso la contaminazione.

Chiudo il post con una curiosità: Ice T oltre a una corposa attività come difensore dei diritti di espressione artistica avversa alla censura, nel 1999 pubblicò l'album "7th Deadly Sin" che fu uno dei primi album della storia disponibili in formato mp3 prima dell'uscita nei negozi, anticipando di molti anni ciò che in seguito I-tunes ha reso "normalità".


© Andrea Buongiorno - info@buong.it

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