Non è mia usanza dedicare due post consecutivi ad uno stesso artista ma è di oggi la ricorrenza del ventennale di "Made in Heaven", l'ultimo album in studio dei Queen, pubblicato postumo alla scomparsa di Freddie Mercury avvenuta nel 1991. Non sarò certo qui a parlare della genesi e dei tantissimi significati di un album cult ma come è facile immaginare, la relativa copertina è diventata una delle più note della discografia della band e della discografia rock internazionale in genere.
L'artwork di "Made in Heaven" porta la firma di Richard Gray e accoglie all'interno del booklet alcune bellissime fotografie in bianco e nero di Douglas Puddifoot e Neal Preston che ritraggono Freddie Mercury in compagnia degli altri membri della band. Al di là di queste immagini, la grafica interna è un normale susseguirsi di pagine celesti con impressi i testi e i credits dell'album, poca cosa valutando che l'assoluta protagonista grafica è la copertina (anch'essa firmata da Gray) che in uno scatto panoramico (diviso tra fronte e retro del packaging) raccoglie tutti gli elementi che hanno contraddistinto gli ultimi mesi di vita del frontman, ritiratosi presso la sua dimora (denominata "Duck House") sul lago di Montreax (località presso la quale i Queen disponevano da anni di un proprio studio di registrazione presso il quale furono registrate le ultime tracce vocali del cantante). Proprio una spettacolare scenografia dell'alba sul lago svizzero fa emergere le emozionanti silhouette della "Duck House" e della grande statua dedicata a Freddie Mercury realmente presente nella piazzetta cittadina. Il significato del disco (letteralmente "realizzato in paradiso" o "segno del destino") accomunati all'immagine che trasuda pace, silenzio e serenità fanno esplodere nell'osservatore una forte emozione anche in virtù di quello che simboleggia il luogo e ciò che suggerisce la presenza della statua, omaggio da sempre nei secoli, di personalità ormai passate ma consegnate all'eternità (cosa rafforzata dal senso di pace, già descritto, che suggerisce la composizione fotografica). Sul retro il paesaggio prosegue fino all'innalzamento delle montagne, verso le quali si volgono gli sguardi di Brian May, John Deacon e Roger Taylor (i restanti Queen). Di intensità unica e bellezza assai rara, la copertina estesa di "Made in Heaven" (che potete ammirare qui in basso) è un capolavoro creativo in ambito musicale per scelta di location, luce, montaggio, significato e lettura.
Valutando la prima edizione del disco, la custodia era impreziosita dalla costina in plastica nera laterale alla copertina, che esibiva una serie verticale in rilievo di "Q" (estrapolate dal celebre logo della band) e che potete notare nella prima foto in alto al post. Inoltre all'interno del booklet era presente un allegato cartaceo a due ante con l'intero catalogo cd-dvd dei Queen che riportava sull'ultima facciata anche la menzione del sito web ufficiale della band, in un periodo assolutamente pionieristico per la comunicazione attraverso internet. Nelle edizioni successive non sono state più riproposte nè costina personalizzata, nè allegato interno ma nella release del 2011, "Made in Heaven" fu tramutato in un doppio album con l'aggiunta di un disco EP.

Da una tracklist che mischia vecchi brani ri-arrangiati a registrazioni inedite effettuate da Freddie Mercury durante l'ultimo periodo della sua vita, furono estrapolati diversi singoli. Sicuramente quello che ebbe maggior successo (per composizione sonora e visiva) fu "Heaven for Everyone" che fu lanciata in Italia sui circuiti televisivi di MTV/Tele+3 dal video nella versione "Evolution" (che potete visionare a seguire) e sostituita poi dal video ufficiale che presentava diverse estrapolazioni cinematografiche dalle opere di Georges Melies. Con questo video concludo il post odierno dedicato ad uno dei dischi più emozionanti degli anni 90, divenuto in questi vent'anni, vera perla del collezionismo musicale.
© Andrea Buongiorno - info@buong.it
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