Ogni nuovo album degli Iron Maiden genera una grande attesa per ciò che riguarda i nuovi brani, il successivo tour e, cosa da non sottovalutare, la grafica che accompagna la pubblicazione del disco. Di "Book of Souls" si conosceva già qualcosa: un singolo promosso con un video ispirato ai videogames, un videogame vero e proprio a 8 bit giocabile gratuitamente online (clicca qui) e una copertina sobria, completamente nera con il mezzobusto di Eddie the Head (la storica mascotte dei Maiden) interpretata come fosse un guerriero Maya. Solo da contorno troviamo il logo della band e il titolo dell'album in un semplice colore bianco. Non ci sono comprimari, non ci sono scenografie, c'è solo Eddie che torna unico e assoluto protagonista in copertina come non si vedeva dal lontano 1992 ("Fear of the dark"): da allora la mascotte è stata trasformata e alterata graficamente, apparendo più come un personaggio ibrido piuttosto che una diversa interpretazione dell'Eddie originale.
Di "Book of Souls" (il primo studio album degli Iron Maiden concepito come doppio) oltre alla versione "book" della quale ho parlato, c'è anche una versione cd nella classica custodia in plastica e una versione in triplo vinile dove, a differenza della spettacolare versione limitata di "The Final Frontier", i dischi sono semplicemente neri con grafica dedicata solo nei rispettivi centrini. Colpisce invece l'apertura delle ante, che rivelano all'interno un grande disegno, figlio di un nuovo montaggio di tre illustrazioni presenti nel booklet (guarda qui). Se la resa audio dovesse seguire le corde della versione vinile di "The Final Frontier", ne sconsiglio vivamente l'acquisto.

"Book of Souls" è quindi un album esteticamente da possedere, stringere fra le mani, sfogliare, assaporare e vivere perchè pregno di spunti interessanti. Non stupisce quindi che siano in tanti i creativi ad averci lavorato (mai così tanti ad un album della Vergine di Ferro) che sotto l'art direction della Stuart Crouch Creative hanno messo il proprio talento a disposizione del progetto: Mark Wilkinson ha firmato le illustrazioni (sue, tra le altre, furono anche quelle di "Wicker Man" e "Out of the silent planet"), Anthony Dry ha disegnato le grafiche dei due dischi, Julie Wilkinson si è invece occupata dei codici Maya, lo studente Simon Martin è stato assunto per la traduzione dei titoli dei brani in geroglifico e Jorge Letona ha lavorato sui fonts. John McMurtrie è invece l'autore della già citata fotografia della band. Un team variegato e ricco, esattamente come questo sedicesimo album in studio degli Iron Maiden. Imperdibile.
© Andrea Buongiorno - info@buong.it (foto reperite dal web)